Sei donne nei giorni del primo confinamento


di Marcello Buttazzo

All’inizio del 2020, il mondo intero è stato scosso da una incalzante pandemia. Un pernicioso e invisibile agente infettivo ha frantumato le nostre certezze, alterato le abitudini, ha causato lutti, ha ingenerato incertezze. Un malefico virus ha modificato i rapporti umani e relazionali, ci ha privato degli incontri e dei fraterni abbracci. C’è chi, però, anche in un tempo ferito, di lacerate corde, ha trovato la forza, il vigore per continuare il viaggio immaginifico dell’esistenza. C’è chi, anche in un immoto tempo sospeso, si è adoperato per curare l’intricato giardino dell’esistente. Tramite il medium della lettura e della scrittura, c’è chi riesce a metabolizzare le turbolenze, a esaminarle al microscopio elettronico dell’evidenza e della verità, c’è chi riesce a modulare il dolore e a mutuarlo, a trasformarlo in qualcosa d’altro. Questo è il più radicale insegnamento morale della lettura e della scrittura, nobili strumenti di virtù, che ci permettono di oltrepassare le irrequietudini delle centomila tempeste, facendoci approdare in porti più o meno sicuri di barche serene e ammarrate.

Per Simona Cleopazzo, la lettura e la scrittura sono compagne d’elezione. L’autrice, negli anni, ha pubblicato diversi romanzi. Si occupa, tra le altre cose, di progetti femminili. È volontaria in carcere dal 1996. È una donna di passione, una persona che vive cercando di stabilire fecondi ponti conoscitivi con l’altro. È una donna di cultura morbida, di azione, che sa conservare sempre la sua inerente dolcezza e una luce d’aurora negli occhi. È anche moglie e madre di tre bellissime ragazze. Lei ha un contatto quotidiano e serrato con il femminile. E ciò la rende accogliente come poche. Il suo ultimo libro “Questi giorni” (pubblicato da “Sensibili alle foglie”) è uscito nell’agosto 2020. 

Si tratta di sei taccuini che narrano la vita di sei donne, riletta alla luce dei giorni del Covid-19 (nel marzo 2020, i giorni travagliosi della prima chiusura totale). Le protagoniste sono Irene, Grazia, Simona, Rosi, Anna, Silvia. Scorrendo le pagine dell’agile libretto, ho potuto constatare che le donne tratteggiate (le loro storie, i loro vissuti) sono forti (come tante donne) e, al contempo, fragili (come tante donne). Sono donne immerse nel fluire quotidiano del tempo, con tutte le loro paure, i rimorsi, le ansietà, le bellezze vivide, gli amori (quelli vissuti e quelli persi), i segreti, gli impegni politici, le letture, le fughe.

Le voci dei diari sono amministratrici di fabbrica, che lottano contro le ingiustizie, sono attiviste convinte, sono infermiere, sono giovani e meno giovani, sono esseri umani che sanno amare, gioire e piangere tutte le lacrime del mondo. C’è una storia vibrante d’amore, che mi ha colpito e ha stimolato la mia fantasia. Quella di Simona, l’attivista, che partorisce delle righe per rammemorare la morte d’un giornalista di valore, Michele. Un uomo che scriveva e lavorava per la giustizia, per il bello, per l’ecosostenibilità, contro le nefandezze compiute da certuni. Simona ha imparato molto da questo giornalista, morto improvvisamente, ancora molto giovane. Simona ora (marzo 2020) su un taccuino nuovo comprato al supermercato redige le cose dell’umanità. Lo stile dei sei taccuini di “Questi giorni “ è piano ed elegante. Simona Cleopazzo procede con una penna intinta nell’ardore comunicativo, segue un passo fotografico. Non a caso, Simona è appassionata fervente di poesia e, in certo modo, i versi sono la sua esistenza intera.

Le parole dei taccuini risuonano come lo schiocco della poesia, hanno una musicalità apprezzabile. In “Questi giorni” sono contenute citazioni e rimandi letterari continui: da Elsa Morante a Grace Paley, da Simone De Beauvoir ad Antonio Verri, da Natalia Ginzburg a Mariangela Gualtieri. Il libro reca una dedica speciale, al giornalista militante Michele Frascaro, direttore della rivista “L’impaziente”, attivista di Rifondazione Comunista, stroncato da un infarto, nel 2010, a soli 37 anni. “Questi giorni” di Simona Cleopazzo può essere letto più che mai in questo periodo, come un emozionante diario di donne. Che sono le nostre donne. Quelle con i quali tutti i giorni ci confrontiamo. Quelle che respiriamo. Quelle che amiamo.

 

Marcello Buttazzo