Dov'è luce // il disco vitale // che più non ricordo

Due poesie di Andrea Aufieri

esausto

dal sonno riemergo
da violenta notte un violento incubo
e visioni
di morti notturne

petti squarciati in pasto al dolore
e ovunque
stagni di vomito piscio virtù
e vite nate spente
nella terra che folle risponde
dal fango
rigetta i figli
via da sé
senza senno
senza cuore
senza più angoscia

inerti

non pietà
non aiuto
non un grido
sta muto
l’orrore
non morte non vita
il nulla
assorbe i contorni
non più figura
solo un unico
viscido
sfondo


dov’è luce
il disco vitale
che più non ricordo

esausto

scorci di fiamma
riscaldano stanza lenzuola
casa
me

respiro

***

deserte e strozzate
le piazze nude
le piazze ipotesi
lasciate ai matti
che gli altri lavorano
oppure si dannano
ma sempre e soltanto
della loro solitaria
tragedia collettiva

uomo
rispetta onora
il lavoro
che ti fa mangiare
e anche sputare
che ti fa campare
cos’è l’empietà
non lo puoi sapere
perché anche oggi
hai da guadagnare
non coltivi il tuo orto
ma lo difendi
da chi lo violenta
impudico è un pericolo
uccidilo tu
uomo
che rispetti onori
il tuo orpello
uccidi il tuo
merdoso fratello

conosco la nebbia
non ne so le ore
ma qui
le sei vespertine
curano le ferite
con il calore
tutto è avvolto
assolto
dissolto