da H - Letture Pubbliche

Elio Coriano
[poesie 1996 – 2001]

(H- Letture pubbliche ,Voli – I libri di Icaro)

H27402
Mastico angeli
sputo le piume
mi tengo il volo


(1996)


H 6195
Tutto mischiato
tutto urlato
tutto nella nebbia
e non sai più a quale dolore appartieni
di quale carne squartata sei corpo.


H 6216
Tremano le mani nel passo incerto
arriverà il domani ma molto lentamente
e cade la ghianda rimbalzando tre volte
ruotando un po’ sulla terra
e fermandosi aspettando il maiale.


H 6248
Oltre il ponte volevamo andare
calzoni corti ginocchia sbucciate
vedevamo l’acqua fischiare più del vento
e il cielo che prendeva a calci le nuvole
sputavamo contenti a gambe larghe come per pisciare
oltre il ponte volevamo andare
a leccare peli di pesca
a mordere lacerti di sangue e tornare da vincitori
ora non ci sono più ponti da attraversare
né fiumi arrabbiati in cui nuotare
passeggiate lente adesso sui viali
a conquistare panchine d’ombra o di sole


H 6465
Uscire per pochi attimi
tre per la precisione
tre piccoli momenti per aggirare il tempo
per esistere dimenticando
l’ingombrante respiro dei polmoni
il tocco delle dieci dita nervose
l’esorcismo che diventa scrittura.


H 7588
Le frecce di vetro
a guardarle soltanto è sangue
sono tre
una indica la nuvola con forma di treno arrugginito
l’altra la strada che avvolge il monte senza cima
e l’ultima il culo del cuore.


H 7726
Qualcuno prima o poi ci prenderà per mano
e ci presterà veri occhi
ci aprirà le orecchie al suono dei meccanismi
soltanto il fiato resterà lo stesso
e continuerà ad appannare gli stessi vetri.


H8621
In quattro ore non mi prendo l’odore dei treni
scenderò come sono salito
pieno d’ombra e di ricatto
al sole mi stirerò
gatto innamorato di luce buio e topo.


H9775
Caldo a mezzogiorno subito dopo la pioggia
sudavano i pensieri dentro il cranio al sole
difficile creare suoni freschi dentro alle parole
mentre volavano mosche attorno alla nostra pelle
salata d’inquietudine.


H 9847
Nessuna parola ci rappresenta
nessun segno ci rappresenta
nessun suono ci rappresenta
imprendibili e scivolosi più dell’eternità
somigliamo forse a quegli sguardi
gettati oltre il muro dei tramonti
un attimo prima del buio.