Il poeta conosce bene la semantica e il profondo significato ontologico del fluire. Il poeta può anche traversare le improvvise e turbolenti tempeste, i soffi gelidi di vento sulla faccia, i travagli tormentosi, le delusioni più cocenti, le incertezze più cupe, gli inciampi del cuore e dell’anima, ma sempre trova il piglio esistenziale per rinascere a nuove aurore sorgive e vitali. Il poeta conosce anche l’ebbrezza, la gioia per le piccole cose della vita, la serafica accettazione del mondo dell’esperienza, che poi è tutto ciò che abbiamo. Un’anima rossosangue, d’amore amaranto, d’umana bellezza, la Penelope nuova. Donna e poetessa, che, ad un certo punto del suo cammino di vita, ha un po’ silenziato il tormento, dorme sonni pazienti, nidi di sogni, aspetta il domani. Penelope nuova tesse fili di seta al futuro, respira coraggio dal raggio di luce racchiuso nella promessa d’amore.
“Canto solitario di Penelope nuova” è la nuova raccolta di versi di Annamaria Colomba, attrice e poetessa multi premiata. Il libro reca il progetto editoriale di Pompea Vergaro, ed è stato pubblicato da “L’officina delle parole”. In copertina e all’interno del testo si possono ammirare le straordinarie opere di Dario Melissano, fotografo e film-maker.
Diversi brani poetici, redatti da Annamaria Colomba, sono commentati da Mariangela Filoni, critica di strada. Mariangela è cugina dell’Autrice e nasce a Milano da genitori salentini. Mariangela è una cultrice delle umane lettere, donna appassionata e brillante, poliedrica. Lei, nella sua ricerca di esplorare i versi, compie divagazioni originalissime. Lei è una critica di strada, perché la strada sa vezzeggiare le anime più pure, più illese.
Penelope nuova sa scandire il tempo come una clessidra di attimi e d’istanti eterni, da sublimare nella soavità d’un ricordo, d’una carezza, d’un abbraccio, d’un pensiero. Penelope nuova traversa il tempo e si fa attraversare dai vissuti, senza alcuna pretesa strettamente deterministica, ma sovente adattandosi agli accadimenti ordinari, agli eventi quotidiani, che sanno sempre portare canestri di rose fanciulle, nonostante tutto.
Penelope nuova sa vivere il tempo della vita e dell’amore, con tutto l’ineludibile paradigma di silenzi, di attese, di lacrime, di risa, di indugi, di incertezze, di passioni, di vibranti corde. “Canto solitario di Penelope nuova” è un continuum poetico, anche se si evidenziano, almeno nella dizione apparente, alcuni percorsi rigorosamente intrecciati: il fluire della vita, il fluire del cuore, il sipario.
Annamaria Colomba è una donna d’amore e di intense emozioni, tesse la propria vita- tela sempre con consapevolezza, con discrezione, con discernimento. Alcuni versi sono decisamente commoventi, come quelli dedicati alla nipotina, che è assimilata a un cielo terso di primavera, fulgido germoglio, linfa benefica. Versi accesi dedicati ai Poeti, intenti a spargere semi sul mondo. I Poeti, col loro rumore a disturbare il sonno dei giusti e a trovare la quiete cercando la follia. La poetessa dedica, tra l’altro, una vivace ode al vino. E con incedere popolare ci parla di contadini, di lavoratori, di gente umile. Ossia, di quei protagonisti taciuti, che solitamente fanno la storia. Fra le pagine di “Canto solitario di Penelope nuova” pulsa di splendore la terra del Sud.
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