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Ad Efrem
da Mauro Marino
Ci sono mani e mani!
Occhi ed occhi!
Anche le voci, anche i gesti, il camminare…
ci sono, differenti.
E’ nelle persone l’ineguale,
in ognuno cuoce particolarità e stile.
Quanto clamore, voci e voci…
Ehi! Una pausa, vi prego, una pausa!
Ci sono alcuni che nell’essenzialità si ritrovano,
condensano i colori, calibrano il tratto
sfuocano intorno, fanno solitudini beate.
Tutto silenzio… Tutto silenzio, nel castello interiore.
In quiete ci lascia scorgere l’opportunità che, dalla moltitudine
si possa cavare una traccia di qualità.
Un soffio, un respiro, il segno d’una necessità.
Un osar dire al riparo dal “dover” e dalle convenzioni.
Efrem è in volo, dall’alto contempla
scorge e s’accorge.
Mani lievi, le sue, delicate nell’apprendere e nell’ interpretare.
Mischiare segni
quelli che agli occhi fanno clamori
gli è stato sempre congeniale.
Nella piega trova la realtà, il suo intrigo
il freno, il blocco che non dice
lo mostra scegliendo la poesia
d’un segno,
quello essenziale, che dicevamo prima,
quello capace di far silenzio intorno, una pausa!
Fortunato
s’è messo al riparo
infinite linee di verde lo accolgono e cieli, cieli, cieli
gli guardano il cammino.
In levità lo immagino nella “sua” Umbria
A noi un po’ manca… Un po’ manca!
Bentornato!