Anima mundi! Il salento per il mondo

Il pianto cantato da Ninfa Giannuzzi
di Mauro Marino

Abbiamo imparato ad immaginare il Salento come luogo di musica: terra eletta del ritmo, del perdesi e del trovarsi coi suoni e col canto. Sta nel suo raccontarsi!
Una vocazione musicale per anni rimasta sottesa, conservata nello scrigno della memoria, di una “tradizione” per lungo tempo inespressa. Trattenuta in una soggezione lentamente mutatasi in orgoglio, in assertivo trovarsi nello schiarirsi del ‘pensiero meridiano’ col suo invito a riguardare “i luoghi, nel duplice senso di aver riguardo per loro e di tornare a guardarli” trasformando “il rapporto cognitivo ed affettivo con essi” per “ricostruire attraverso la pietas, i beni pubblici, quei beni che appartengono a tutti e che sono insieme veicolo di identità, solidarietà e sviluppo” (Franco Cassano, Il pensiero meridiano, Laterza 2005). Questo è accaduto sedimentando convinzioni e tessuti valoriali, crescendo una leva di musicisti e di interpreti di tutto riguardo.
Oggi siamo testimoni di un processo maturativo che da i suoi frutti. E che sapore hanno! Che vigore e che energia donano! Una terra mostra la sua arte quando questa si fa segno comunicativo tangibile, riconoscibile e quando i suoi interpreti vanno incontro al mondo accogliendo l’intero dei suoni.
Non a caso allora la titolazione “Anima Mundi” (www.suonidalmondo.com), per chiamare le edizioni musicali che l’otrantino Giuseppe Conoci dedica alla produzione e distribuzione della musica salentina. Un catalogo che valorizza e sollecita ricerca, in una mescla di alta qualità tra capacità di arrangiamento e di esecuzione, vestito dall’impeccabile segno di Bigsur.
Di questo catalogo abbiamo ascoltato “Tis klèi (chi piange)” opera diretta e cantata da Ninfa Giannuzzi, creata in collaborazione con Valerio Daniele, Egidio Marullo ed Emanuele Licci.
Ninfa la ricordiamo cantante acida, front line di una scena scura nell’angolo remoto della “Torre di Merlino” tinta di venature grunge dal suono dei Geremy prima e degli N/d’Otages poi. Lì la fucina d’una passione dove la “mancanza” trovava calore, vai e vieni, vittorie e sconfitte. Poi… un’altra scena, con le “spalle larghe” della riproposta del canto tradizionale, l’esperienza “latina” dei Kaus Meridionalis e il laboratorio dell’ensemble della Notte della Taranta.
E Ninfa canta, con voce piena graffia e carezza, la forza grika modula le lingue, interprete di un repertorio che valica i confini, impasta i generi, se ne appropria connotando l’unicità del suo stile esecutivo. Di questo avevamo bisogno! Di cantanti capaci di tradurre il “sentire” salentino, l’osare del canto in una contaminazione all’inverso: da noi al mondo.
Le nove tracce di “Tis klèi” attraversano il mare vanno all’incontro e come un “lungo fado” carezzano la sostanza emozionale dei popoli: il loro pianto.