La poesia detta 3° giorno

sabato, 18 agosto dalle ore 20.30

Ancora un omaggio in apertura: un poeta-icona, nume di una contemporaneità densa di esperienze. Laterale al mondo, selvatico, allevatore di cani, conoscitore di voli e di piume, preferiva il bosco alla caciara magliese per noi lo incontra Renato Grilli in un Omaggio a Salvatore Toma costruito con i toni d’una lezione di liceo. Anche qui il teatro e le doti attoriali incontrano il dire poesia. Grilli indaga il verso e lo amplifica, lo balbetta, lo grida svelando a pieno le significazioni emozionali e le tensioni esistenziali che abitano la scrittura di Toma. La performance sarà accompagnata dai suoni di Rocco Nigro e dalla voce di Nadia Martina. Poi, ancora, una parola energica, Rossano Astremo accompagnato dai suoni di Giorgio Viva presenta L’incanto delle macerie. Un poetare che incontra i vigori e le visioni di una forte verve beat contagiata e cullata dai confini culturali d’un Meridione che guarda sempre più a Sud e a Est dove i rumori crescono e “l’odore del fumo” toglie il respiro, mischia e amplifica l’incanto delle macerie. Resti dell’orrore di un presente che mastica la Storia, la strugge in un “non” senza orizzonte. Il poeta si ferma, respira, prosegue in avanti con il petto legato ai seni della donna che è con lui. Lei ne accoglie i respiri, rincuora, ancora nutre, in una speranza che solo può venire nel quietarsi della natura. Al pomeriggio degli ulivi, questo il titolo del recital dell’attore e poeta Giuseppe Semeraro. Una poesia di voce soffiata, poggiata al sussurro che considera. Poesia che entra nel cuore, fortemente emotiva, ottenuta attraverso una sapiente ricerca lessicale e ritmica, mai sfociante in complicazioni snervanti, nell’urgenza “d’impugnare la voce con incoscienza / santo naufragio senza appello / giusto imbroglio che ci sveglia sempre dopo la rivoluzione / il mio urlo è una vocazione che non sta più sui fogli / imbratta l’aria di voci selvagge / dipinge il cielo di nuove tristezze”. A seguire Roberto Corradino attore ed autore teatrale che con Diario 2006/2007 scrive poesia politica portandoci sul bilico d’una scena sapientemente eccedente preludio necessario ad introdurre Esse (essere senza ‘re’ finale) opera a quattro mani di Gabriella Rusticali, mitica attrice del Teatro della Valdoca e Monica Petracci. Un tempo guidato dal ritmo. Lo spazio è libero da scenografie, le immagini si materializzano guidate dai suoni di Mirko Fabbri, dando vita al luogo e lasciando libero l' immaginario dello spettatore. L'attrice indossa un abito da sera colore blu notte, come per una festa che forse c'è già stata. Memoria e presente sono strettamente intrecciati. Le immagini sommergono, spazio e attrice diventando un tutt' uno. Le parole e il canto si stagliano alternandosi, per tutta la durata dell'opera. La voce, il volto, la bocca della Rusticali si deformano e ne scaturisce una sorta di monologo interiore. Note cadenzate, strascicate, parole e puro suono. Parole che pulsano dentro il corpo prima di vivere attraverso la voce. In chiusura i suoni degli Adria con Maria Mazzotta, Claudio Prima, Redi Hasa, Emanuele Coluccia, Ovidio Venturoso, Valerio Daniele, Vito De Lorenzi, Antonio Esperti.