Osvaldo Piliego, l'esordio letterario

“Secondo me tutte le persone hanno un libro dentro. Quando ho iniziato a scrivere mi sono reso conto che è inevitabile che la tua vita entri nelle tue scritture”...


Da una terra per pigri
Ennio Ciotta


Partiamo dall’inizio: di cosa parla Fino alla fine del giorno?

Il libro parla di alcune vite apparentemente molto diverse fra loro ma che, in qualche modo, si somigliano. Vite diverse, con delle età diverse, che però hanno un mood, un qualcosa di musicale che le lega: rapporti familiari labili che pian piano si intrecciano fra loro con dei passaggi che si incrociano. Li possiamo considerare dei racconti paralleli che in qualche modo finiscono per convergere in una narrazione finale quasi corale.
Il libro mi ha fatto pensare molto al momento in cui, anni fa, ci siamo conosciuti: al momento siamo trentenni, allora eravamo degli adolescenti, eravamo spesso in giro per festival musicali e soprattutto, imbevuti come eravamo di ascolti e visioni, se pensavamo ad una città ci venivano immediatamente in mente Londra, New York, Berlino. Non avremmo mai immaginato, da li a qualche anno, a quali e quante esperienze avremmo fatto nel Salento.

Nel tuo libro invece c’è assolutamente una sintesi di questa prospettiva, mi sbaglio?
C’è assolutamente un lato positivo nello scegliere di vivere in un posto per così tanto tempo come abbiamo scelto di fare noi: ad un certo punto puoi vedere le cose “da una certa distanza”, osservando sia la crescita avvenuta che quella mancata. Grazie a questo puoi analizzare bene la situazione. Il Salento è una terra strana, alcune persone che hanno letto il libro hanno detto che io ho parlato di “un altro Salento”, in realtà ho parlato del mio Salento, di quello che ho sempre vissuto e che è cresciuto con me. Faccio chiaramente riferimento a quella parte del Salento che suona il rock e che vive altre atmosfere, non solo musicali, ma anche di vita. Questa è una cosa che mi ha sempre accompagnato e che sentivo il bisogno di raccontare. Spero di aver reso bene questa sensazione nel libro perché, come sappiamo, le opere prime sono il frutto di passioni covate e coltivate per anni.

Fra l’altro è un libro molto musicale. Ma secondo te in che maniera è musicale e quale musica c’è dentro?
La musica è una parte fondamentale della mia vita ed è parte integrante di alcuni dei personaggi del libro. Ho cercato di far suonare solo alcuni personaggi e altri li ho lasciati silenzio. In particolare poi ci sono due personaggi il cui ritmo della giornata è scandito dalle canzoni ed alle volte anche i testi delle canzoni diventano una sorta di messaggio, mentre altri personaggi vivono nel silenzio. Sono certo che la musica, soprattutto un certo tipo di musica, può cambiare anche le scelte delle persone. I miei personaggi sono tutti animati principalmente da musica rock, altri hanno ascolti più ricercati o marginali, come ad esempio il jazz che appartiene alla parte più depressa del libro, poi Philip Glass compare all’improvviso per un attimo come un barlume

Esattamente come è comparso a noi anni fa a Lecce durante un edizione della residenza musicale Sound Res…
Un episodio stranissimo nel Salento! Anche se a livello temporale nel libro questi eventi non sono sistemati in maniera ordinatamente sincronica, sono funzionali a far capire che alcune cose che sono passate dal Salento hanno in qualche modo influenzato l’andamento generale, magari lo hanno deviato. Il tutto senza la pretesa di scrivere un romanzo storico.
Quanta parte della tua vita personale possiamo trovare nel libro? Secondo me tutte le persone hanno un libro dentro. Quando ho iniziato a scrivere mi sono reso conto che è inevitabile che la tua vita entri nelle tue scritture. Io ho preferito frammentare la mia vita personale in tutti i personaggi del libro. Non bisogna credere che io somigli più al protagonista principale perché c’è una parte di me in ogni singolo personaggio.

Allontaniamoci un po’ da libro. Sei un salentino, sei molto attivo sul territorio dal punto di vista culturale: eventi, editoria, ecc… Sei parte di una certa “svolta salentina” grazie alla quale non abbiamo ridotto il nostro territorio alla sola equazione Salento: sole mare divertimento. Esiste secondo te una maniera per poter vivere bene in una terra bella ma difficile come la nostra? Lavorando nel settore culturale ho sempre avuto un conflitto grandissimo con questa terra. Quando avevo vent’anni ero sempre in guerra con la risposta che questa terra non mi dava. Poi crescendo ho maturato un’idea: ovunque tu sia ci sono poche cose che sono importanti e le puoi trovare ovunque. Nel Salento queste poche cose importanti sono a portata di mano. Una terra per pigri. Le cose che ti nutrono giù da noi lo fanno molto di più, parlo degli affetti. Sei circondato da persone che sono cresciute con te. I legami sono la cosa che salvano la nostra terra. Ho avuto la possibilità di vivere in altri posti e l’unica cosa che non ho mai sentito sono proprio i legami stretti. Parlo di rapporti veri. Qui ho tutto il tempo e la tranquillità interiore di poter creare e di poter stare tranquillo. Non è un caso che molti artisti decidano di trasferirsi nel Salento proprio alla ricerca di un’oasi di pace interiore. Trovano terreno fertile per poter produrre in maniera assolutamente libera. Poi questa terra ha chiaramente tantissimi difetti, gli stessi che hanno tutte le periferie del mondo.

Cosa ti aspetti da questo libro? Quali sono i tuoi progetti a riguardo?
Questo libro è un po’ un progetto familiare. Cosimo Lupo, il mio editore, è una persona con la quale collaboro da anni. Ho avuto altre richieste da parte di altre case editrici, in realtà ho pensato che non avrebbe avuto senso lavorare con altra gente che non mi curerebbe come Cosimo. Ho pensato di lavorare con gente a me vicina che crede molto in questo mio progetto. Magari non avrà dei grandi risultati ma, provenendo dall’ambiente musicale, spero di portarlo molto in giro con un tour quasi da musicista. Abbiamo già fissato numerose date. Il primo libro è una sorta di perdita della verginità. Magari ti ritrovi con vari file in diverse cartelle sul pc. Questo era un progetto più o meno concluso. Ce ne sono altri aperti su cui lavorare. Adesso mi sento sdoganato.