Le mani hanno sete di parole,
le sento
incancrenirsi per l’ammanco.
La bocca ha impresso le lamelle
dei fogli bianchi,con violenza:
rivoli raggrumati di sangue
macchiano.
Nei giorni magri sei pazzo
tutto non ha voce, prima
anche le forchette s’univano alle messi
dei tuoi pensieri, ma nei giorni magri,
la filiera luminosa è nebbia.
L’attesa ha sapore di sciroppo alla fragola.
Passano le nuvole, le piogge cadenzano
gli ansimi: quando rivedrò?
Ancora per poco. Poco ancora
rivedrò nuovamente sillabe nascoste
tra le pietre del giardino,
suoni distorti tra i piatti sporchi.
I miei occhi sgretoleranno il calcare,
vedrò porte sotto al mio letto
pertugi nei miei cassetti
folate di vento fra le mie lenzuola di sacco
occhi nelle mie mura,
braccia di seno e sutura.