Una monografia sull'opera di Antonio Massari

Per le Edizioni D’Ars di Milano, stampato dalla Tipolitografia Gamba, ha visto la luce la monumentale Monografia “Antonio Massari “Il meccanico delle acque” (Verdello – Bergamo, aprile 2010), con note di Pierre Restany, di complessive 930 pagine. Migliaia le immagini e diversi gli interventi critici che caratterizzano il volume, dal quale riprendiamo, dalla prima aletta della sovracoperta, il testo del famoso critico d’arte Pierre Resdtany. (M. N.)

Il meccanico delle acque
Pierre Restany

Io ho chiamato Massari, fin dal nostro primo incontro a Milano, «il meccanico delle acque» e lui ha sentito il bisogno di scrivermi a Parigi per dirmi quanto questo appellativo gli piacesse.
Del meccanico Massari ha in effetti la modestia e la precisione. In questi viaggi dell’inchiostro niente è lasciato al caso, il pittore programma e dirige il percorso con la minuzia di un marinaio che controlli la marcia del suo battello. E tuttavia l’universo fluido resta il regno dell’incessante ed imprevedibile sorpresa. Che tempesta in una goccia d’inchiostro, che naufraghi in una goccia d’acqua! È in seno al processo della cattura che l’artista rivela la sua sensibilità, i suoi riflessi, i suoi tic, le sue fissazioni, la sua follia marginale che è ancora, e sempre, poesia di sguardi e lampo dell’intuizione. Se egli ha del marinaio la precisione gestuale, il senso dell’economia assennata della manovra, la conoscenza del mezzo liquido, Massari diventa cacciatore di farfalle quando cattura l’immagine nella sua rete-assorbente.Vi rendete conto! La pesca alle farfalle preconcetta, prefabbricata! Si creano davanti a voi le condizioni favorevoli allo schiudersi sull’acqua delle ali della farfalla più rara, più diversa, più cangiante, secondo la relativa complessità del programma di base. Ed è allora che si produce lo scatto, il piccolo miracolo. Le cose cambiano bruscamente di dimensione, lo studio striminzito e sovraccarico diviene caverna di Alì Babà, il lavoro manuale diventa alchimia. E noi, le persone grandi disincantate, noi ci troviamo riportati nella freschezza originale della nostra infanzia. Invece di lanciare nei ruscelli le barchette piegate a forma di bicorno capovolto, frutti clandestini del nostro soggiorno forzato sui banchi di scuola, con quale gioia noi avremmo voluto poter manipolare la forza motrice dell’inchiostro rosso!Bisogna aver visto Massari al lavoro per afferrare il carattere allo stesso tempo necessario e sufficiente del processo di elaborazione che fa parte integrante del sistema del linguaggio. Come il pittore Mathieu realizzava una volta le sue calligrafie giganti in pubblico, così Massari cattura per noi e davanti a noi le ali delle farfalle dalle onde colorate di cui ha provocato l’emergere. Le tele informali di Mathieu si vendevano con l’avvertenza «attenzione, pittura fresca». Non vedo perché le «catture» di Massari debbano aspettare di essere asciutte per lasciare lo studio del loro autore.