Su Modernità del Salento di Antonio Lucio Giannone

Libri/ “Modernità del Salento. Scrittori, critici, artisti del Novecento e oltre” di Antonio Lucio Giannone, Congedo 2009

Modernità del Salento

Paolo Vincenti

Modernità del Salento. Scrittori, critici, artisti del Novecento e oltre” (2009) edito col numero 180 nella congediana collana Biblioteca di Cultura Pugliese, è l’ultima fatica di Antonio Lucio Giannone, docente di Letteratura Italiana Contemporanea presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Lecce. Questo libro segue alcune pubblicazioni che, a sua cura, hanno visto la luce negli ultimi anni, come “Vincenzo Ampolo tra politica e letteratura. Il poeta e il letterato” (Congedo 2006), “In un concerto di voci amiche. Studi di letteratura italiana dell’ Ottocento e Novecento in onore di Donato Valli” , in due tomi, con M. Cantelmo (Congedo 2008) e “Salento da leggere. Proposte di lettura ed esperienze didattiche tra ‘600 e ‘900”, con E. Filieri (Lupo 2008). Questo volume, che Giannone dedica al suo maestro Donato Valli, raccoglie una serie di scritti apparsi negli ultimi anni in varie riviste e fogli salentini oltre ad alcuni interventi che Giannone ha letto in occasione di convegni di studi e conferenze varie.

Una terra “letteraria”

Con una notevole organicità, questi brevi saggi sono stati messi insieme in questo libro e divisi in tre sezioni tematiche come lo stesso autore spiega in una “Avvertenza” all’inizio dell’opera. Un libro, questo, che si segnala per una sua maggiore apertura divulgativa rispetto ad altri lavori del passato e che non mancherà di avere una ricezione immediata da parte di un pubblico ampio, ossia non esclusivamente composto dagli addetti ai lavori. Chi leggerà questo libro, che ha già ricevuto lusinghiere recensioni e unanime apprezzamento, potrà rendersi conto, scorrendone le pagine, di quanto sia ricco ed ampio il panorama culturale salentino, di come la nostra sia stata terra di illustri e brillanti intellettuali e possa utilmente candidarsi a patria delle lettere e delle belle arti che, qui più che altrove in terra pugliese, sono fiorite e continuano a fiorire.

La prima sezione tematica del libro è intitolata “Attraverso il Novecento”. Nel primo articolo Giannone si occupa dell’ultimo Giuseppe De Dominicis, il noto poeta dialettale Capitano Black, quello di “Spudhiculature”, la sua ultima raccolta poetica, forse messa in ombra, come dice lo stesso autore, dai suoi libri più famosi come “Canti de l’autra vita” e “Li martiri d’Otrantu”.

Nel secondo articolo , si occupa di “Mimì Frassaniti e le origini del futurismo a Lecce”, con un interessante carteggio, in Appendice, fra il Frassaniti e Tommaso Filippo Marinetti, il fondatore del movimento futurista.

Nel terzo articolo l’autore tratta un personaggio, vale a dire il romanziere Michele Saponaro, da San Cesario, del quale spesso si è occupato negli ultimi tempi e la cui riscoperta si deve proprio a Giannone e al suo staff di collaboratori della cattedra di Letteratura Italiana Contemporanea dell’Università di Lecce. Alcuni dei suoi romanzi più riusciti, come “Peccato”, “Fiorella”, “Adolescenza”, “Io e mia moglie”, “Il cerchio magico”, diedero a Saponaro un grande successo, di pubblico e di critica, che lo portò alla ribalta nazionale. Giusto quindi l’impegno di Giannone nella riscoperta e nella valorizzazione di questa figura, come l’impegno, del pari molto apprezzabile, nella ricoperta della figura di Salvatore Paolo, autore di romanzi come “Il Canale”, “I Fibbia”, “L’età del ferro”, e del quale viene tracciato un profilo in un'altra parte del libro.

Un articolo viene dedicato anche a Carmelo Bene e a Vittorio Bodini e qui siamo nelle “alte sfere” della letteratura salentina di ogni tempo ed anche queste sono figure di intellettuali care a Giannone, diremmo , da tempi non sospetti.

A Bodini è collegata anche la rivista “L’esperienza poetica” di cui Giannone offre una scheda; e una colleganza, non solo omonimica di Bodini, nella triade dei 'Vittori' (insieme a Fiore), è quella con Vittorio Pagano, di cui i più importanti critici salentini, da Marti a Macrì, da Bonea a Valli, da Errico allo stesso Giannone, si sono occupati negli anni pur non riuscendo a riscattarlo ancora del tutto,così come hanno fatto con Bodini, da quella condizione di “esiliato in patria”, alla quale forse egli stesso si era consegnato, tirandolo fuori dalle nebbie di un oblìo, che è comunque ingiusto ed immeritato soprattutto per chi, scrivendo, proietta se stesso al di la dei limiti spaziali e temporali imposti dall’arco di una vita umana.

Del fare riviste

Un altro tema da sempre caro a Giannone è l’attività letteraria delle riviste salentine ed egli se ne occupa anche in questo libro con un saggio che ricostruisce il panorama editoriale del Salento dal 1970 al 2005, con riviste come “L’Albero”, “Caffè Greco”, “Pensionante de Saraceni”, “Apulia”, “L’Incantiere” e “L’immaginazione”, e un altro breve saggio in cui tratta specificamente de “L’Albero” di Oreste Macrì. In un ulteriore contributo si occupa dello specifico di altre due riviste, nate sempre negli Anni Settanta, più attente allo sperimentalismo di quegli anni, come “Gramma” e “Ghen”, e poi si occupa di Enzo Miglietta e del suo Laboratorio di poesia di Novoli. In “L’editoria letteraria nel Salento: le edizioni delle riviste”, tratta il tema delle edizioni e delle collane che negli anni sono nate dalle riviste letterarie, come germinazione di questi periodici culturali. Passa così in rassegna i titoli che sono usciti dalle edizioni de “L’Albero”, così come i libri usciti nella collana “I Quaderni del Critone”, e poi le collane legate ai “Quaderni del Pensionante” e ai “Quaderni dell ‘Incantiere”, e così via.

Dopo un profilo di “Francesco Politi, germanista e traduttore”, l’autore prende in esame “Gli studi novecenteschi di Gino Rizzo”, vale a dire i numerosi e generosi contributi dati alla cultura salentina e nazionale dall’indimenticato preside della Facoltà di Beni Culturali dell’Università di Lecce prematuramente scomparso.

L'Arte e la Critica

Inizia a questo punto la seconda parte del libro, “Tra letteratura e arte”, in cui Giannone tratta della scuola d’Arte di Lecce e della sua istituzione al pari con la vita letteraria salentina nella prima metà del Novecento. Emergono nello scritto, oltre al futurismo leccese, i nomi di artisti come Geremia Re, Temistocle De Vitis, Mario Palumbo, Michele Massari e poi quelli di Vittorio Bodini, Girolamo Comi, Cesare e Federico Massa, Vittorio Pagano, Francesco Lala, Giovanni Bernardini, Nicola Carducci ed altri, insomma i grandi protagonisti di quella stagione culturale nel Salento. L’autore si sofferma, proseguendo nella lettura del libro, su alcuni artisti come il matinese Luigi Gabrieli, il leccese Mino Delle Site, il sannicolese Cosimo Sponziello e i contemporanei Sandro Greco, Pietro Liaci e Giovanni Valletta.

Nella terza parte del libro, “Critica, narrativa e poesia”, vengono riproposti testi di critica letteraria, più che altro recensioni fatte da Giannone su alcune pubblicazioni uscite negli ultimi anni , come per “Da Dante a Croce. Proposte consensi dissensi”, di Mario Marti (Congedo 2005), o “Una disputa settecentesca tra scienza gioco e dialetto. Storia dellu mieru cunzatu cu lu gissu. [Storia del vino acconciato col gesso]”, di Donato Valli (Università degli Studi di Lecce 2006), oppure le recensioni critiche sull’ultima edizione de “La luna dei Borboni” di Vittorio Bodini a cura di Antonio Mangione (Besa Editore 2006), o su “Le ali di Hermes. Letteratura italiana tra regione e nazione”, di Emilio Filieri (Congedo 2007), su “Giocattoli rotti”, romanzo di Giuseppe Minonne (Sovera 2000), o su “Beccacivetta”, di Maddalena Castegnaro (Manni 2002), e ancora sul romanzo di Emilia Bernardini “Il sangue degli Orsini” (Piemme 2003), o su “Le figlie di Federico. Cronache e racconti dal Medioevo”, di Enzo Quarto (Besa Editore 2004), “L’oratorio della peste. Il segreto di Lecce” di Raffaele Gorgoni (Besa 2005), “Scommesse e altri racconti” di Giuseppe Cassieri (Manni 2006), “Altri giorni, altri racconti” di Giovanni Bernardini (Argo Editore 2008), o infine su “ Dissimiglianze, un ritorno” di Carlo Alberto Augieri (Manni 2004). Si offre, con questa terza parte, uno spaccato davvero aggiornato sulla produzione culturale salentina di questi ultimi anni perché chi lo voglia possa anche tirare un piccolo bilancio per capire lo stato dell’arte di questa penisola letteraria. Per concludere, questo libro non può mancare nella nostra biblioteca salentina.