Il manifesto poetico di Irene Leo

A seguire il mio manifesto poetico (ovvero se debbo scegliere qualcuno o qualcosa cui incatenare le mie intenzioni a vita, scelgo la catena più forte, la più spinosa, la più ingiuriosa, tremenda, spiazzante, ma meravigliosamente pulita. Scelgo la Poesia)

Ipotesi a latere

(Manifesto folle_mente poetico)

Se bevessi solo lo zucchero un giorno

e lasciassi scolare lento lento

questo nero di caffè che mordicchia le caviglie,

forse la scoprirei l'importanza dei miei pensieri folli.

Cani storditi dal sole e dall'ombra di agosto, che ti inganna

gli occhi, spillandoli ad uno ad uno sulla calce viva e morta,

della storia disegnata nella periferia del centro.

Un cucchiaino sulle labbra, chè la lingua batte

dove il dente vuole, e nel dentro della pelle

l'uomo del tg che ti detta la regola preposta.

Ormai lo vendono il pane, agli affamati,

o l'acqua agli assettati (per carenza di altruismo, scaduto

sullo scaffale là in alto).

Ma la tramontana ansimante in faccia al litorale stravaccato,

e l'occhio che rotola sulle sponde dei fianchi dell'Amore,

e la fiamma dannata di sfida del debole di vita...

no, non questo è in vendita.

(Uno lo scelse di venire al mondo, libero,

strappandosi scarpe e violini, si dice in giro si mangiarano

la sua fede, buona, con il latte a colazione, per presunzione.)

Ma per ipotesi a latere,

se però catena debba essere, sia la migliore, di scelta ottima, di constatazione amichevole,

di storia reale, amara di sale, concreta di sangue, dolce di sole, imbevuta di vita.

Se catena debba essere, sia Poesia.