Faceva la pipì a letto!


Libreria Palmieri sabato ore 18.00 Anna Palmieri presenta "Fiabe come Rondini" di Eliana Forcignanò (Lupo editore)

Il Segreto di Linda
di Eliana Forcignanò

C’era una volta il Regno Pulito di cui erano sovrani il re Candido e la regina Deodora. Essi avevano un’unica figlia, la principessa Linda, ormai in età di prender marito e succedere al trono. Linda era una fanciulla bella e intelligente, ma nascondeva un terribile segreto: di notte, faceva la pipì a letto. Terribile vergogna e immane sventura per colei che era destinata a regnare lì dove tutto era lustro e splendente, dove i sudditi indossavano abiti sempre ben lavati e nelle case non si trovava un granello di polvere nemmeno a cercarlo con la lente d’ingrandimento! Gravi pene erano previste per gli uomini che andavano in giro con la barba lunga e il colletto della camicia non inamidato e le massaie ricevevano, ogni settimana, la visita di ispettori assai puntigliosi ai quali non sfuggiva la minima traccia di disordine.
Il re e la regina gemevano affranti per la sorte della loro figliola: “Nessuno vorrà sposarti con questo tuo difetto! – Le dicevano – Se anche noi ti cedessimo in moglie tacendo la verità, l’inganno sarebbe scoperto già dopo la prima notte di nozze e l’ignominia si abbatterebbe sulla nostra dinastia.”
“Credete amati genitori, – rispondeva la principessa in lacrime – io sono afflitta quanto voi. Dio solo sa che vorrei essere l’orgoglio della casa, invece ne sono la rovina. In tutti i modi mi sono sforzata di guarire da questo male e ho accettato di sottopormi alle cure che gli illustri medici da voi chiamati a palazzo prescrivevano. Mi sono nutrita di pietanze senza sale, ho dormito con la luce accesa incaricando un’ancella di svegliarmi a ogni ora, affinché il sonno troppo profondo non mi tradisse. Infine, ho tentato di rimanere sveglia tutta la notte, ma, disgraziatamente, le palpebre mi si facevano di piombo e la mente si smarriva in pensieri insensati. Sentivo invadermi un dolce torpore che rendeva vano il resistere e, quando aprivo di nuovo gli occhi, era troppo tardi.”

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