La poesia detta 2° giorno

venerdì 17 agosto dalle ore 20.30

Con un Omaggio ad Antonio Verri di Piero Rapanà e Simone Giorgino concertati dai suoni dell’ensamble di Claudio Prima si apre la seconda serata de La poesia detta. Un atto che ripercorre l’appassionato lavoro letterario del poeta di Caprarica, motore ed essenziale nutrimento dell’ultima generazione di scrittori salentini con il suo ‘fate fogli di poesia poeti!’. Esortazione a leggere il mondo, i segni del cambiamento nel tentativo di interpretarli e comprenderli attraverso una poesia che si fa atto, agire politico. E il Tempo, la Storia è modello ispirativo della poetica di Sara Ventroni, apprezzata interprete della scena performativa italiana che presenta Nel gasometro, lettura corredata dalle immagini di un rudere industriale realizzate da Carlo Di Brina nel 2005 in una solfatara intorno a Roma Ostiense. Il gasometro è per Sara Ventroni figurazione densa di significati emblema della nostra archeologia industriale, del lavoro spietatamente duro, delle battaglie per i diritti ma anche, dei catastrofici nodi incontrati dal ‘pettine novecentesco’ nello spazzolare la storia contropelo: il gas è pure lo strumento della Shoah. Allegoria d’un universo di senso circolare e coerente che da molto tempo appare tramontato: in esso si riverbera il mito di una modernità ormai fossile ma tuttora durevole: rugginosamente splendente. Come il Tempo/Novecento che Ilaria Seclì invoca con La sposa nera, performance allestita con l’attore Adamo Toma. Nostalgia e mancanze che mischiano desiderio e sentire. Poesia bambina che guarda il mondo inconsolata, sposa di nessuno nella speranza d’un tempo bello, al riparo, con le stagioni scandite. Sposa votata all’amore è la poesia: prega, invoca, lamenta e canta, ma le sue ginocchia stanno su cuscini di pietre aguzze e vetri. A chiudere la serata una divagazione nel teatro e nel testo di ispirazione classica con ContrOdissea una produzione di Terrae e Faraualla, in scena: l’attrice Anna Garofano, e le voci-strumento di Gabriella Schiavone e Teresa Vallarella, per la regia di Stefano di Lauro. Ulisse non c’è, ci sono le sue donne, che raccontano di lui, e si raccontano: Euriclea, Anticlea, Calipso, Circe, Atena, Nausicaa, Penelope, le Sirene. Il rapporto tra Mito e Storia, Poesia e Vita, Erotismo e Sapienza; il rovescio femminile di Ulisse; il contrappasso delle metamorfosi; il tramonto di un’era arcaica e del suo Olimpo. Tutti motivi già nel testo e nelle successive leggende, segrete profezie, interrogativi lanciati al futuro. La poesia digitale è affidata alle visioni di Carlo Michele Schirinzi con due lavori: “L'ultima vhs di krapp” frame ispirati a Samuel Beckett e Palpebra su pietra” che guarda il barocco leccese attraverso il battito di ciglia Essenza e anima straniata e straniante del Salento. Carezza che mai s’appropria e fa memoria.