La poesia detta 1° giorno

Martignano, giovedì 16 agosto dalle ore 20.30

Parco Turistico Culturale “G. Palmieri”

Con la poesia e la forte voce di Elio Coriano si apre, a Martignano, giovedì 16 agosto, con inizio alle ore 20.30, la prima edizione de “La poesia detta” rassegna di poeti e di poesia del Festival della Notte della Taranta curata dai Presidi del Libro e dal Fondo Verri in collaborazione con il Parco Turistico Culturale “G. Palmieri”. Il poeta di Martignano leggerà accompagnato dai suoni delle Anime Bianche dal suo “H, letture pubbliche”. “Vorrebbe trasformare il mondo con le parole, Elio Coriano. Ma possono trasformare il mondo le preghiere? Possono trasformarlo le bestemmie? Può trasformare il mondo una poesia, e qualsiasi cosa fatta dal vapore di parole che abbiano natura diversa da quella dell’imperativo di un potente che comanda avanzate o ritirate? È mai accaduto? Potrà accadere mai?”. A questi interrogativi prova a dare una risposta Annamaria Ferramosca, poetessa nata a Tricase, romana da molti anni, che propone, in un recital accompagnato dalle tessiture sonore degli Adria, “La poesia dell’incontro”. Alle mille domande di senso la poesia di della Ferramosca risponde con una spiazzante fiducia nella forza empatica della parola, quella che sa tenere la distanza dal frastuono mass mediatico e che può indicare un nuovo modo per sopravvivere insieme.
Ma la poesia non è solo parola. Si confonde con l’osare dei suoni, è gioco e leggerezza, sgrammatica, rompe le forme e mischia i linguaggi corrispondendo al desiderio di “rimanere con gli occhi chiusi con le cuffie indosso, come in una gabbia dalle sbarre dorate e farsi travolgere dai suoni e dalle immagini in un labirinto soffice e ‘profumoso’. Suonare, toccare, guardare, odorare semplicemente “immaginare” su un pentagramma spontaneo, timido e inatteso”. Questo è SudOdorando performance di Giorgia Angiuli che suona il laptop, i giocattoli, un pianetto e la chitarra, di Patrizia Oliva che suona la sua voce e di Silvia Bianchi che ci mostra immagini “sognificando”. Sogno e presenza, fuga e scavo, di quante tensioni son fatti i versi? Tanti da farsi anche banda magnetica, frame digitale. Di questa materia è fatta la poesia di Fernando Bevilacqua che presenta il dialoghetto mitico de “I ciechi”, un piccolo film agreste di sapore “pasoliniano” interpretato da Agostino Casciaro (Tiresia) e Carlo Bevilacqua (Edipo) che parla le ossessioni e i tormenti intorno alla natura dell’uomo che Cesare Pavese ‘condivideva’ con Leucò.